FAQ
Most frequent questions and answers
I tuoi capezzoli sono già pronti! Proprio come non c’è bisogno di preparare i piedi per una camminata, così non c’è bisogno di fare nulla al seno per
prepararlo all’allattamento. Per un sereno avvio allattamento, serve avere le giuste informazioni (che vanno ben al di là di qualche foto o spiegazioni di un attacco corretto). Per esempio:
- cosa posso fare per avviare subito il mio allattamento?
- e se dovessero separarci momentaneamente o se il mio bambino fa fatica ad attaccarsi, cosa posso fare?
- quando arriva la montata e come si gestisce?
- c’è qualcosa che devo sapere per l’avvio dell’allattamento dopo un cesareo?
- come faccio a capire se sta prendendo latte a sufficienza?
Queste sono solo alcune delle informazioni che è fondamentale avere sin dalla gravidanza e che ti serviranno da guida per un sereno avvio dell’allattamento [per questo ho creato per te il pacchetto
“mi preparo ad allattare]
La presenza di ragadi è un segnale del fatto che c’è qualcosa da ottimizzare. Potresti aver incontrato qualcuno che ti ha detto di stringere i denti ed aspettare che passino e, intanto, di applicare una crema. Mi preme dirti immediatamente:
“Non temporeggiare, agisci subito. Prenditi cura di te e di voi!”
Avere le ragadi è un’esperienza molto dolorosa ed estremamente sfidante! Mentre il dolore del parto ha una sua ragion d’essere, provare dolore per le poppate ci dice unicamente che:
- il tuo bambino potrebbe non ricevere tutto il latte di cui ha bisogno
- c’è un impedimento che non consente un attacco ottimale
Questo aspetto da ottimizzare può riguardare semplicemente il posizionamento, in altri casi può esser determinato da fattori esterni che impattano sull’allattamento (es. una non piena funzionalità orale del bambino). In entrambe le circostanze, è importante chiedere supporto al più presto per custodire il tuo benessere e quello del tuo bambino. [Se stai vivendo una situazione simile, posso
essere al tuo fianco per darti il prezioso supporto che meritate. La consulenza con follow up nasce proprio per venire incontro a queste situazioni]
In caso di dolore o difficoltà in allattamento, è fondamentale valutare molti aspetti. L’attacco esterno ci dice qualcosa, ma non tutto! I movimenti che il bambino fa (per esempio, con la lingua) non sempre sono rilevabili dall’esterno.
Alcune mamme riferiscono di percepire come se il bambino mordesse o masticasse il seno, il tutto con un attacco che dall’esterno potrebbe esser definito corretto.
Sì, può capitare e, sì, può essere risolto!
[Durante la consulenza, valuto sempre questi aspetti spiegandoti tutto passo a passo (se è a distanza, ti dirò come fare: è semplicissimo)]. Potrebbero averti detto che è tutto nella tua testa, ma non è così: ciò che senti è reale e ci sono strumenti per supportarlo. Solitamente, prima si agisce, maggiori e più celeri sono i risultati.
Il rientro al lavoro o una separazione (occasionale o regolare) dal tuo bambino/dalla tua bambina può spaventare e disorientare: è comprensibile! Approcciarci in modo organizzato e consapevole è una soluzione vincente per supportare la sfera emotiva e quella pratica-gestionale
dell’allattamento. Alla domanda iniziale non c’è una risposta univoca perché dipende dalla specifica circostanza. La tua storia è unica, così come sono specifiche le risposte di cui hai bisogno. E’ importante che tu riceva il giusto tempo e spazio per spiegare le tue esigenze specifiche, accogliere eventuali dubbi (anche quelli legati all’addormentamento diurno in tua assenza), dare valore alle tue emozioni e individuare gli strumenti pratici ed organizzativi per vivere al meglio questo passaggio. [La consulenza singola/senza follow up può essere la soluzione che cerchi]
I motivi per cui un bambino può rifiutare il seno possono essere svariati. Alcuni bambini possono esprimere una preferenza netta verso un seno sin da subito (magari perché c’è qualche tensione che rende difficoltoso l’attacco da un lato), altri possono mostrarla successivamente (per esempio, in presenza di un riflesso di emissione forte da un seno). Quando accade è bene individuare quanto prima possibile la causa al fine di supportarla al meglio.
Il riflesso di emissione forte è la calata vigorosa di latte. Si tratta di una condizione che può essere comune ad avvio allattamento e che tende a domarsi verso le 6 settimane circa. In alcuni casi, può capitare che questo passaggio non avvenga e che crei delle difficoltà durante le poppate. I segnali più comuni sono (elenco non esaustivo):
- vedere zampillare latte dal seno (letteralmente uno schizzo)
- sentire il bambino che ingurgita molto latte;
- irrequietezza durante la poppata;
- il bambino può staccarsi ed inarcarsi e/o tossire;
- possono esserci episodi frequenti di feci verdi,
- la mamma può bagnare spesso le
In questo caso, può essere utile provare a prediligere posizioni di allattamento verticali (es. la semi- reclinata) o quella distesa, fare un po’ di spremitura manuale prima di attaccare al seno e prestare attenzione che il seno non si mostri molto pieno/teso tra le poppate e a ridosso delle medesime.
Se questi accorgimenti sono stati fatti in modo regolare e continuativo per almeno una settimana senza aver dato un minimo miglioramento, può essere utile contattare una consulente IBCLC per individuare gli strumenti più adeguati a supporto della situazione.
Nella norma biologica, un bambino smette spontaneamente e serenamente di poppare in una tempistica soggettiva che va dai 2 anni e mezzo ai 6/7 circa. Tutto normale, tutto fisiologico e sano. Al contempo, può capitare che una famiglia abbia bisogno o voglia interrompere l’allattamento prima di questo passaggio e lì si apre una voragine. Il mondo intorno ci sommerge di ogni tipo di consiglio creando tanta confusione! Chi dice di mettere un cerotto o fasciarsi il seno, chi di applicare sostanze sgradevoli sul capezzolo, chi di prendere la pastiglia per far andare via il latte…
Ecco, tutto questo NON serve: è inutile e dannoso per il tuo benessere e quello della tua bambina/del tuo bambino.
L’involuzione della produzione deve essere determinata meccanicamente e gradualmente.
Per quanto riguarda, invece, gli aspetti emotivi e di gestione pratica, questo passaggio è parte integrante della relazione genitoriale e, in quanto tale, è bene che ogni gesto si basi su approccio accogliente, rispettoso ed empatico.
[Io sono al tuo fianco per trasmetterti tutti gli strumenti di cui hai bisogno (inclusi quelli di gestione del sonno) e fare da specchio al tuo Valore.]
Noi mamme sappiamo bene quanti miti ruotino intorno all’allattamento. Molti limiti che ci vengono imposti sono infondati o non così stringenti. Per esempio, sappiamo che nella fisiologia una mamma può mangiare ciò che vuole in allattamento, naturalmente prediligendo una dieta sana e variegata. Molte attività (sport, trattamenti,…) sono compatibili con l’allattamento o richiedono minimi accorgimenti lasciando alla mamma una grande libertà. Quando si tratta di allattare un bambino ritenuto “grande”, poi, gli input che arrivano dall’esterno spesso e volentieri sono disorientanti e disconfermanti.
Un bel respiro.
Viviamo in una società che ha perso la visione dell’allattamento come norma biologica e questi sono i risultati.
E’ meraviglioso sapere che ci sono mamme consapevoli come te! Sei hai bisogno di nutrire la tua serenità e la tua competenza su aspetti di questo tipo, sono al tuo fianco per trasmetterti informazioni corrette e appropriate [per questo genere di questioni, la mini-consulenza telefonica è perfetta]
Questo è un mito molto diffuso, quanto infondato. La risposta è No e ti spiego il perché.
Tutti noi sperimentiamo vari cicli di sonno durante il riposo e, tra un ciclo e l’altro, capita che ci sia un risveglio. Come dicevo capita a tutti (intendo bambini e adulti).
Nella primissima infanzia, ciò che accade è che il bambino abbia bisogno di un supporto per riprendere un nuovo ciclo del sonno. Poppare (che si tratti di suzione nutritiva o non nutritiva) risponde benissimo a questa esigenza oltre che a tutta una miriade di altri bisogni fisiologici di cui un bambino piccolo ha bisogno per crescere bene, sereno e sicuro di sé.
Ciò significa che, in assenza del seno, la mamma / il caregiver dovrà utilizzare altri strumenti per favorire il riaddormentamento.
Come puoi vedere, l’allattamento in sé per sé non c’entra nulla, o meglio c’entra in quanto è uno strumento prezioso e privilegiato che la natura ha messo a disposizione per tutelare il benessere e il riposo della diade.
Un altro consiglio molto diffuso è quello di dare la formula per favorire un maggiore riposo. Vediamo insieme cosa è utile sapere su questo punto.
Il latte artificiale è un composto formulato (solitamente di base vaccina) che cerca di emulare il latte materno. Ci prova, ma è tutt’altro.
Il bambino per riuscire a digerirlo deve spendere molte energie e, per fare ciò, il corpo si mette in standby per dirottare tutto il suo impegno nella digestione. In virtù di ciò, può capitare che un bambino tenda a dormire di più (stile digestione post cenone di capodanno). Spesso capita che questo effetto soporifero duri solo i primi tempi e, quando questo accade, è per certi versi positivo. In che senso? Nei primi anni (soprattutto nel primo) i risvegli sono una componente comune, fisiologica e protettiva (incluso un rischio diminuito nei confronti della SIDS).
Ciò che serve, quindi, non è eliminare questi risvegli, bensì far in modo che anche le dinamiche notturne includano strategie a tutela del riposto della diade.
Può capitare, inoltre, che alcuni bambini abbiano dei risvegli molto, molto, molto frequenti.
Anche in questo caso, l’allattamento non c’entra nulla: ciò che si può fare e valutare aspetti relativi al ritmo sonno-veglia e al benessere della diade per capire se possono avere un impatto e come ottimizzare la situazione. In poche parole, con questi accorgimenti puoi vivere serenamente il vostro allattamento e supportare la vostra serenità.